Appia antica – Percorso da Ponte Rotto all’antica Aeclanum

Al sedicesimo chilometro dalla partenza da Benevento, si incontra il Fiume Calore, da guadare (consigliabile solo nella stagione secca), tra gli imponenti resti di un viadotto di età romana, ristrutturato in età tardoantica con materiali di reimpiego, il cosiddetto “Ponte Rotto” che permetteva il passaggio dell’Appia sul fiume, e successivamente di un ponticello medievale, costruito in seguito al dissesto del ponte romano.

Oltrepassato il “Ponte Rotto” (179m slm), il tracciato antico è leggibile in una carrareccia che sale in leggera pendenza per circa 1 km, dove, nei campi vicini, gli anziani del posto, ricordano il rinvenimento di numerose lucerne e monete.

Il percorso prosegue in direzione Sud Est fino all’incrocio con le vie Iscalonga e Guado dei Morti, in località Casa Piatto (250 m slm), dove elementi architettonici riferibili a monumenti funerari, simili a quelli reimpiegati in una pila costruita in età tardoantica a sostegno del Ponte Rotto, sono conservati nelle aie di due abitazioni attigue.

A partire da questo punto, il tracciato coincide con la direttrice attualmente seguita dalla strada comunale Guado dei Morti che in questa zona rappresenta la via più agevole e diretta verso Aeclanum, lungo la quale, non mancano segnalazioni risalenti agli anni Trenta del secolo scorso, relative alla presenza di tratti basolati. Su questo asse, la strada procedeva in modo sostanzialmente rettilineo con una pendenza moderata (da 249 a 270 m slm), fino all’incrocio con la fascia attualmente occupata dall’autostrada Napoli Bari (A16).

A partire da questo punto, il percorso continuava verso Sud Est, sulla direzione della strada moderna, e, dopo una lieve discesa, guadava il Vallone dei Morti (255 m slm), oggi scavalcato dalla strada moderna.

L’attraversamento avveniva nel punto ancora oggi denominato “Guado dei Morti” (nel dialetto locale “o Vado de li Muorte”), toponimo attestato già alla fine del XVII. Come ricorda il toponimo, lungo questo tratto, l’Appia costeggiava plausibilmente una o più necropoli, confermate dalla grande quantità di tombe rinvenute in passato nel corso delle lavorazioni agricole. Attestazioni di carattere sepolcrale sono testimoniate anche nel cortile di una masseria, a 400 m dal Guado, dov’è conservata un’ara funeraria in scrittura capitale con brocca e patera a rilievo sui lati, datata tra la fine I e il II sec. d.C. e, proseguendo lungo percorso, a circa 200 m dal Vallone, sul lato est della strada vicinale Cifurio. In quest’ultimo punto, dove oggi è visibile una grossa struttura abitativa con annessi capannoni agricoli, esisteva un monumento funerario di forma circolare, attribuito a Lucio Furio i cui resti erano ancora visibili alla metà degli anni Venti del secolo scorso.

Lungo questo asse, dopo la località Cifurio, il percorso si svolge nei campi, costeggiando il valloncello tributario del Vallone dei Morti ed evitando, così, ulteriori guadi ed eccessive pendenze.

Continuando in questa direzione, poco distante dal punto in cui doveva trovarsi il mausoleo di Lucio Furio (279m slm), è presente un sentiero che confluisce di lì a poco in una carrareccia, ancora parzialmente percorribile. Lungo questa stradina è testimoniata l’esistenza, fino a qualche anno fa, dei resti di un muro opus latericium.

Seguendo questa traiettoria, procedendo in lieve e costante salita, si giunge alla località crocifisso, nel punto in cui sorge l’edicola. Da questo punto la Strada proseguiva fino ad Aeclanum lungo il percorso attualmente ricalcato dalla SS.90 per Le Puglie, attraversando l’area della odierna frazione di Pianopantano. In quest’ultima zona, diverse sono le tracce archeologiche di età romana attestate lungo la Statale.

Sempre lungo questa traiettoria, dopo attuale l’incrocio per Mirabella, lungo l’asse dell’odierna Statale e salendo con pendenza regolare, la strada raggiungeva dopo circa 500 metri la quota massima di elevazione (445 m slm), per poi percorrere il tratto finale in lieve discesa (428 m slm), fino alle mura di Aeclanum (link parco archeologico).

Giunti ad Aeclanum, l’Appia attraversava la parte nord della Città.

Si percorre quindi l’Area Archeologica, camminando nell’area del Foro e costeggiando la zona del macellum, fino alla cinta muraria, dove si apriva la Porta nord est da cui la Strada usciva in direzione di Brindisi.

Da questo punto si percorre la strada vicinale Grotte, che ricalca pressoché fedelmente il tracciato antico, fino al bivio per Mirabella Eclano.

A partire da questo incrocio, la Via procedeva quasi parallela all’asse della attuale SS90 fino al bivio con la SS 303 del Formicoso, in località di San Michele, dove verosimilmente si diramava in due percorsi, uno di fondovalle, verso la Valle del fiume Ufita, l’altro di dorsale, verso la Valle d’Ansanto.

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