Cantine Quintodecimo

Il nome Quintodecimo, dato all’azienda, è un omaggio alla storia antichissima di Mirabella Eclano. Aeclanum era un primitivo insediamento sulla via Appia, risalente al periodo neolitico, nella fertile valle del fiume Calore. Nel II secolo d.C. Aeclanum divenne una Colonia romana, ma con l’avvento dei Longobardi fu annessa al Ducato di Benevento e, nel 663, durante le lotte tra Longobardi e Bizantini fu distrutta dall’esercito greco di Costante II e venne chiamata Quintum decimum, perché distante esattamente 15 miglia dall’antica Benevento. Tra il decimo e l’undicesimo secolo, il centro abitato si spostò sul crinale dell’attuale collina, assumendo, dal quattordicesimo secolo, il nome di Mirabella Eclano. I vini di Quintodecimo nascono in un territorio antichissimo con il quale abbiamo stretto un forte legame e intrapreso un impegno assoluto nella produzione di vini di elevatissima qualità.

La visita a Quintodecimo guida gli appassionati nell’affascinante mondo del vino, attraverso un percorso in cui scienza, poesia e bellezza si fondono tra di loro trasmettendo emozioni uniche. I visitatori avranno modo di conoscere la nostra storia e filosofia produttiva. Accolti tra le vigne, verranno loro spiegati gli aspetti tecnici relativi alla gestione agronomica dei vigneti per poi passare in cantina, dove verranno illustrate le fasi dell’intero processo produttivo: dalla raccolta dell’uva all’imbottigliamento. Infine, verrà visitato il caveau storico di Quintodecimo dove sono conservate le annate di tutti i vini prodotti dal 2001, anno di fondazione dell’azienda. Un’esperienza unica, un percorso culturale e didattico completato dall’assaggio dei vini con la loro descrizione sensoriale, nell’ampia e accogliente sala di degustazione.
Passeggiata al castello di Taurasi, sede dell’enoteca regionale.

Il Castello di Taurasi, chiamato anche Palazzo Marchionale, è un edificio storico del X secolo di origine longobarda, che sorge nel cuore di Taurasi, piccolo borgo nella provincia di Avellino di età altomedioevale.
Un tempo ogni città o borgo aveva un suo castello e le prime notizie dell’imponente palazzo taurasino, risalgono al 910 e 995 quando la fortezza fu assediata e distrutta dai saraceni e poi successivamente ricostruita dai dominatori Normanni. Da quel momento, il castello passò sotto il controllo di diversi dominatori: dalla famiglia Filangieri nel 1381, la proprietà passò ai Caracciolo nel 1420 fino al 1496 quando fu semidistrutto dalle truppe aragonesi.

Ricostruito per la seconda volta nella prima metà del XVI secolo e, ristrutturato nel ‘600 in un elegante palazzo gentilizio, conserva ancora oggi le tipiche caratteristiche di un palazzo rinascimentale e si distingue per la particolare facciata, dove vi è rappresentato lo stemma nobiliare inciso in occasione dell’unione dei Gesualdo con la Casa D’Este. Inoltre, se passeggiando tra i vicoli del borgo, potete ancora osservare Porta Sant’Angelo, Porta Piccola e Porta Maggiore che un tempo delimitavano il paese, dovete sapere che, il borgo ha anche una vera e propria città sotterranea. L’antica coltivazione delle uve Aglianico, da cui si ricava uno dei prodotti più pregiati della tradizione vitivinicola locale: il vino Taurasi DOCG, ha fatto sì che si creassero nel tempo una fitta rete di cunicoli, formati dalle cantine di cui ogni casa è provvista.
Oggi, nel paese del vino, intriso di tradizioni, cultura contadina e feste, lo storico palazzo è adibito a sede dell’Enoteca Regionale per i vini dell’Irpinia per la valorizzazione dei prodotti vitivinicoli della provincia di Avellino. Attraverso uno splendido giardino, si può accedere ai piani superiori del maniero. La sede dell’Enoteca si trova al secondo piano, dove attraversando le stanze dedicate a diversi personaggi della storia taurasina (secondo la tradizione, alcuni personaggi illustri come Torquato Tasso ed Eleonora d’Este, albergarono nel castello), troviamo una vasta esposizione di bottiglie di vino fino ad arrivare al “mastio”, una sala dalla perfetta forma quadrata da cui si poteva accedere, attraverso una porticina e una scala di legno al punto più elevato del palazzo e ammirare uno stupendo panorama sulla valle del Calore.

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